Ai più poveri tra i poveri, a tutti coloro che sono indesiderati, disprezzati, respinti e dimenticati. Madre Teresa dedicò quasi cinquant’anni della propria vita a prendersi cura degli emarginati, adoperandosi ogni giorno per tutelare la loro dignità e placare la fame e la sete del corpo insieme a quella dell’anima. Ed è proprio agli affamati, agli assetati, agli ignudi, agli infermi, ai carcerati e ai peccatori che viene dedicato il libro "Madre Teresa. Il miracolo delle piccole cose", edito da Rizzoli e curato da Padre Brian Kolodiejchuk, M.C., postulatore della causa di canonizzazione della Santa di Calcutta e direttore del Centro Madre Teresa. Con la capacità di fare cose ordinarie con amore straordinario, questa donna minuta dal volto rugoso non conosceva ostacoli nella sua opera di carità e metteva le esigenze di chi soffre davanti a tutto e tutti. Come la volta che telefonò al presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan per chiedergli, ottenendoli, cibo, acqua e medicine per l’Etiopia. O l'altra in cui, mentre era sull’auto di un ministro, vide un povero anziano sul ciglio della strada, ordinò all’autista di fermarsi, fece accomodare il mendicante accanto al politico e lo condusse in una delle sue case.
In queste pagine, attraverso le parole inedite, la vita e le testimonianze di chi le fu più vicino in un’opera pubblicata in tutto il mondo in occasione della canonizzazione di Madre Teresa, si impara a capire il valore di una teologia vissuta, ovvero del saper tradurre l’amore in azione, calando gli insegnamenti cristiani nella concretezza della quotidianità e nell’umiltà delle piccole cose. Nei discorsi di Madre Teresa riportati nel libro non troviamo una spiegazione elaborata del significato della misericordia, ma la ricca eredità di una spiritualità della misericordia e della compassione, che la Santa visse di persona e mise in pratica nel servire gli altri. Come si ricorda nel volume, "Papa Francesco spiega che l'etimologia del termine latino misericordia è ‘miseris-cor-dare’ (dare il cuore ai miseri, quelli che hanno bisogno e che soffrono). Gesù ha spalancato il Suo cuore alla miseria dell’uomo e la Santa di Calcutta, identificandosi con coloro che serviva, nei quali vedeva il volto di Gesù sofferente, esortando le sorelle e tutti noi a dare fino a provarne dolore, è l’icona della tenerezza e dell’amore del Padre. La sua eredità spirituale è un patrimonio universale che non possiamo dimenticare".
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