00 22/07/2011 22:46

Trascinati da una galassia
d'innumerevoli soli
a sfidar l'ignoto
crediam d'esser soli
viaggiando in abissi cosmici
d'infinito e di nulla.

Siam ignoti e piccoli
e ci crediam signori,
nella storia dei secoli
siam vili e oppressori.

Così contemplo questo
nero mare che mi sovrasta
di spruzzate stelle dipinto
e mitiche figure, figlie
all'antico timor degli avi,
vado rincorrendo.

E come a ramingo pastore
di notturni deserti
ancor m'assale quel senso
ove l'equilibrio si sperde
e ondeggio come veliero
nell'oscurità immerso
di notturno nero mare
che nel vento si fugge.

Ma un demone e un angelo
ancora s'artigliano a quest'anima
che pace non assapora.
Allor vedo come tutto
principia dalla fine
ed una genia di esseri
si vivono tra gemiti e urla,
ma nessun universo li ascolta.

Solo a tal furioso sentire
l'angelo si fugge a oriente
il demone si fugge a occidente.

Così m'abisso nel nulla
ove questo sidereo vortice
s'avventura senza sosta
e in una mano afferro
lo spazio
gli astri
il nulla,
Dio.