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Insegnamento esemplare e gioioso dialogo del Papa con i giovani delle scuole dei Gesuiti

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2013 20:20
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07/06/2013 20:18

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07/06/2013 20:20

Clima di gioia, semplicità e affetto nell’incontro del Papa con i giovani delle Scuole dei Gesuiti nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Io ho preparato un testo – ha detto il Papa – “ma sono cinque pagine! Un po’ noioso … Facciamo una cosa: io farò un piccolo riassunto e poi consegnerò questo, per iscritto, al padre provinciale e lo darò al padre Lombardi, perché tutti voi lo abbiate per iscritto. E poi, c’è la possibilità che alcuni di voi facciano una domanda, e possiamo fare un piccolo dialogo”. Primo punto di questo testo – ha detto - è che “nell’educazione che diamo ai Gesuiti il punto chiave è, per il nostro sviluppo
di persona, la magnanimità. Noi dobbiamo essere magnanimi, con il cuore grande, senza paura. Scommettere sempre sui grandi ideali. Ma anche magnanimità con le cose piccole, con le cose quotidiane. Il cuore largo, il cuore grande … E questa magnanimità è importante trovarla con Gesù, nella contemplazione di Gesù. Gesù è quello che ci apre le finestre all’orizzonte. Magnanimità significa camminare con Gesù, con il cuore attento a quello che Gesù ci dice. Anche su questa strada vorrei dire qualcosa agli educatori, agli operatori nelle scuole, e ai genitori”. Nell’educare – ha detto - occorre “bilanciare bene i passi. Un passo fermo sulla cornice della sicurezza, ma l’altro andando nella zona a rischio”. “Non si può educare soltanto nella zona di sicurezza: soltanto, no. Quello è impedire che le personalità crescano. Ma neppure si può educare soltanto nella zona di rischio: quello è troppo pericoloso”. Questo equilibrio dei passi – ha detto – “ricordatelo bene”.

Una giovane di Napoli gli ha chiesto una parola di sostegno per i giovani in Italia che si trova in una posizione di grande difficoltà: “Tu dici che l’Italia è in un momento difficile: sì. C’è una crisi – ha risposto - Ma io ti dirò: non solo l’Italia. Tutto il mondo, in questo momento, è un momento in crisi. E la crisi, la crisi non è una cosa brutta. Davvero la crisi ci fa soffrire, ma dobbiamo – e voi giovani, principalmente – dobbiamo saper leggere la crisi. Questa crisi, cosa significa? Cosa devo fare io per aiutare a uscire dalla crisi? La crisi che noi in questo momento stiamo vivendo è una crisi umana. Si dice: ma, è una crisi economica, è una crisi del lavoro … Sì, davvero. Però, perché? Perché questo problema del lavoro, questo problema nell’economia, sono conseguenze del grande problema umano. Quello che è in crisi è il valore della persona umana, e noi dobbiamo difendere la persona umana”. Il Papa ha poi citato il racconto di un rabbino medievale, dell’anno 1200: “Questo rabbino spiegava agli ebrei di quel tempo la storia della Torre di Babele. E per costruire la Torre di Babele, non era facile: dovevano farsi i mattoni” ed “era un grande lavoro. E dopo questo lavoro, un mattone diventava un vero tesoro! Poi portavano i mattoni su, per la costruzione della Torre di Babele. Ma se un mattone cadeva, era una tragedia. Punivano l’operaio che l’aveva fatto cadere … Era una tragedia! Ma, senti: se fosse caduto un uomo,
non sarebbe successo niente! Questa è la crisi che oggi stiamo vivendo!”. “E’ la crisi della persona. Oggi non conta la persona: contano i soldi, conta il denaro. E Gesù, Dio ha dato il mondo, tutto il creato, l’ha dato alla persona, all’uomo e alla donna, perché lo portassero avanti. Non al denaro. E’ una crisi: la persona è in crisi perché la persona” oggi “è schiava! E noi dobbiamo liberarci di queste strutture economiche e sociali che ci schiavizzano. E questo è il vostro compito”.

http://it.radiovaticana.va/news/2013/06/07/il_dialogo_del_papa_con_i_giovani_delle_scuole_dei_gesuiti/it1-699290


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