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Ultimo Aggiornamento: 16/06/2013 16:57
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15/06/2013 21:33


Dopo avervi segnalato il pensiero di Brecht
vi propongo l'opinione di Don Tonino Bello


Politica: mestiere ingrato e incompreso 

 Vorrei qui spendere una parola per darvi un po' di coraggio.   Oggi il vostro mestiere è fra i più ingrati e incompresi. Quando si parla di voi la gente corruga la fronte, ricorre alla battuta convenzionale, si sente autorizzata dal tacito consenso generale ad avanzare giudizi pesanti e, bene che vada, l'aggettivo più innocuo che appone alla parola "politica" è quello di "sporca". Anche questi giorni, qualcuno che aveva saputo dell'incontro speciale di oggi, l'unica cosa che mi ha detto è stata: "cantagliene quattro a tutti". E' segno che c'è un diffuso scetticismo sulla gratuità del vostro impegno, o sulla serietà della vostra missione, o sull'autenticità del vo-stro carisma.   La gente con voi o è ossessivamente cortigiana, strisciandovi davanti con le forme del lecchinaggio più vile, o vi disprezza dall'alto della sua sufficienza, indicandovi come i capri espiatori di ogni malessere sociale, anche il più ineluttabile.   I puritani vi scansano con ostentazione, dichiarando che non vogliono contaminarsi le mani con voi. Gli amici vi chiedono, con scoraggianti sorrisi, chi mai ve lo fa fare. I parenti vi ripetono che fareste meglio a pensare un po' alla famiglia. I preti parlano di voi con tanti sottintesi misteriosi, che dal loro linguaggio traspaiono centomila riserve. Il vescovo sembra che si faccia un sacco di problemi se deve apparire in pubblico con voi. Forse gli stessi che, per salvaguardare un "look" di verginità, in pubblico vi scansano, vi blandiscono vigliaccamente in privato quando hanno bisogno del vostro ap-poggio. Per i credenti, anche gli amici di fede prendono le distanze, e sempre più di rado una parola di speranza parte dalla loro bocca. Raramente il coro che accompagna il vostro cammino è un coro di osanna. Il fischio fa inesorabilmente capolino anche nelle assemblee dei compagni di cordata. Per dieci applausi, venti constestazioni. Per cento consensi, duecento proteste.   Anche quando vi siete prodigati con la generosità più pura, vi sentite al centro di una nebulo-sa di sospetti. Anche quando vi siete spesi senza parsimonia e avete pagato prezzi altissimi di tempo, di fatica mentale e forse anche di denaro, siete costretti a difendervi dalle aggressioni della critica mordace, dalla perfidia dell'ironia subdola, dal distorcimento operato perfino sulle vostre intenzioni più pulite, dal livore di parte o dalla strumentale manipolazione degli avversari. Non c'è che dire. La vostra, oggi, è davvero una vita scomoda. 


(continua)
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15/06/2013 21:40



Politica: arte nobile e difficile 

 Ebbene, miei cari amici, che forse siete attraversati sempre più di frequente dalla tentazione di lasciare tutto e ritirarvi dalla mischia, oggi voglio dirvi una parola di speranza e di incoraggiamento. La parola di incoraggiamento la traggo da uno spunto felicissimo dell'Octogesima Adveniens di Paolo VI, che dice così: "La politica è una maniera esigente di vivere l'impegno cristiano al servi-zio degli altri" (n. 46).   Sì, oggi parliamo tanto di servizio, di ministerialità (da "minus stare"), di impegno per gli altri, di volontariato. Ricordatevi che una delle forme più esigenti, più crocifisse e più organiche dell'esercizio della carità è l'impegno politico. La parola di speranza la traggo da un passaggio  splendido della Gaudium ed Spes che parla della politica come "arte nobile e difficile". (n. 86)   Anzitutto, arte.   Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più dall'invenzione creativa che gli viene richiesta dalla irripetibilità della persona.  Arte, cioè programma, progetto, apprendimento, tirocinio, studio. E' un delitto lasciare la politica agli avventurieri. E' un sacrilegio relegarla nelle mani di incompetenti che non studiano le leggi, che non vanno in fondo ai problemi, che snobbano le fatiche metodologiche della ricerca e magari pensano di salvarsi con il buon cuore senza adoperare il buon cervello. E' un tradimento pensare che l'istinto possa supplire la tecnica e che il carisma possa soppiantare le regole interne di un mestiere complesso. 

In secondo luogo, arte nobile.  Nobile, perchè legata al mistico rigore di alte idealità.  Nobile, perchè emergente da incoercibili esigenze di progresso, di pace, di giustizia, di libertà.  Nobile, perchè ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria. 

In terzo luogo, arte nobile e difficile.  Difficile, perchè le sue regole non sono assolute e imperiture. Sicchè, proprio per evitare i pericoli dell'ideologia, vanno rimesse continuamente in discussione.  Difficile, perchè postula il riconoscimento di tecniche concorrenziali che si ispirano a ideologie diverse da quelle della propria matrice culturale.   Difficile, perchè esige il saper vivere nella conflittualità dei partiti, contemperando il rispetto e la lotta, l'accoglimento e il rifiuto, la convergenza e la divaricazione.   Difficile, perchè richiede, nei credenti in modo particolare, la presa di coscienza della autonomia della politica da ogni ipoteca confessionale, e il riconoscimento dela sua laicità e della sua mondanità. Difficile, perchè significa sottrarsi alla tentazione, sempre in agguato. dell'integrismo. Difficile, perchè significa affermare, pur nell'ambito della comunità cristiana, un pluralismo di opzioni: anche se questo non significa che tutte si equivalgono o che siano tutte efficaci e significative.   "L'integrismo e il conseguente non rispetto della diversità delle scelte politiche  dei  credenti sono,  infatti, il risultato della tentazione di ridurre il messaggio cristiano a una ideologia sociale o a un progetto politico concreto, o addirittura di fare della comunità cristiana una comunità sociologica che, come tale, si impegna direttamente nella storia ad elaborare soluzioni tecni-che per la liberazione umana, ponendosi in alternativa con altri gruppi o movimenti storici"(1).   Arte difficile, per il credente soprattutto, il quale "deve essere consapevole che il Vangelo non è una metodica di emancipazione e che la povertà e la sofferenza non sono soltanto un oggetto da eliminare, bensì una realtà di cui farsi carico come il Servo sofferente. In questo senso la testimonianza politica del cristiano deve diventare vita con i poveri, per un cammino di redenzione radicale"(2).   Arte difficile, per il credente soprattutto, che ha il compito, più che di menar vanto della sua ispirazione cristiana, di trovare quelle mediazioni culturali che rendono credibile il suo impegno politico. Sentite che cosa scriveva Alcide De Gasperi nell'agosto del 1954: "Quello che ci dobbiamo soprattutto trasmettere l'un l'altro è il senso del servizio del prossimo, come ce lo ha indicato il Signore, tradotto e attuato nelle forme più larghe della solidarietà umana, senza menar vanto dell'ispirazione profonda che ci muove e in modo che l'eloquenza dei fatti tradisca la sorgente del no-stro umanitarismo e della nostra socialità".   E' proprio vero. La politica è arte difficile e nobile. Coraggio, dunque, amici. 

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Sesso: Maschile
16/06/2013 16:57

Niente di personale contro la figura di Don Tonino Bello, ma ciò che dice dipende molto dal destinatario.
Se si rivolgeva a persone per le quali la politica è l'arte di amministrare una nazione e sottolineo arte, allora niente in contrario. [SM=g28002]
MA se queste parole sono rivolte a quella parte di politicanti che sgoverna questo paese da 40 anni, allora è meglio che Don Tonino non si occupi di politica, perchè non ha capito un tubo
[SM=g28001]

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