Mi sono steso alla tua orbita,
gatto randagio in cerca di fragole
ho rubato tutte le spine
per strapparti odore di sangue, ma
non sono bastate le tue palme
acuminate a sopprimere il grembo
di mare e imprigionare la stella
di attimi residui, respirando
a stento quella luce che pende
sull'ultimo vessillo di verde
superstite di foglie morenti,
stelo superbo; un sole ti cresce
di vertigine in vertigine
dove il fiore si fa vertice ed angolo
che svetta senza ombra, estremo
strepito in volo senza scampo.