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MASSONERIA E CHIESA CATTOLICA IV (Appendici)

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 23:24
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Sesso: Femminile
11/01/2009 21:29

[15.] Seguono poi le massime di scienza politica.
In questa materia i naturalisti sostengono che tutti gli uomini sono uguali in diritti e della medesima condizione riguardo a tutti gli aspetti della vita; che ciascuno è per natura libero; che nessuno ha il diritto di comandare a un altro; che pretendere che gli uomini ubbidiscano alla autorità di qualcuno, che non proceda da loro stessi, equivale a esercitare una violenza.

Dunque, tutto è nelle mani del popolo libero: il potere politico esiste per mandato oppure per concessione del popolo, in forma tale però che, se muta la volontà popolare, è lecito deporre dalla carica, anche contro la loro volontà, i governanti. La fonte di tutti i diritti e doveri civili sta nella moltitudine o nel governo dello Stato, costituito sulla base dei princìpi del diritto nuovo.

Inoltre occorre che lo Stato sia ateo: tra le varie forme di religione non vi è alcuna ragione perché una venga anteposta a un'altra; tutte devono essere considerate alla stessa stregua.



[16.] Che ai massoni piacciano ugualmente questi princìpi e che pretendano di costituire gli Stati secondo questo tipo e modello, è tanto noto da non richiedere dimostrazione
.

E invero già da molto tempo essi lavorano apertamente per questo scopo con tutte le forze e con tutti i mezzi: in tale modo essi spianano la via e quei non pochi più audaci di loro e più avventati nel male, che vagheggiano la uguaglianza e la comunanza di tutti i beni, dopo avere eliminato nella società civile ogni distinzione di classi sociali e di beni di fortuna.



[17.] Dagli elementi che abbiamo sinteticamente presentato si evidenzia a sufficienza quale sia la natura della setta massonica e quale via essa prenda. I suoi dogmi fondamentali sono in così grande e così manifesto disaccordo con la ragione, che non vi può essere nulla di più perverso.
Volere demolire la Chiesa che Dio stesso ha fondato e protegge in vista della sua immortalità; volere risuscitare dopo diciotto secoli i costumi e le istituzioni dei gentili, è segno di somma stoltezza e di temeraria empietà. E non meno orrendo e intollerabile è il fatto che vengano ripudiati i benefìci benignamente largiti da Gesù Cristo agli uomini, non solo in quanto singoli, ma anche in quanto consociati nella famiglia e nella società civile.
E questi benefìci sono considerati grandissimi anche a giudizio e per testimonianza degli avversari.
In questo folle e feroce proposito sembra potersi riconoscere quell'odio implacabile, quella rabbia di vendetta dei quali arde Satana nei confronti di Gesù Cristo.


Similmente, il secondo proposito dei massoni
— e cioè la distruzione dei princìpi fondamentali del diritto e della morale e il farsi collaboratori di quanti, alla maniera degli animali, vorrebbero fosse lecito tutto quanto piace — altro non è che sospingere il genere umano verso la più abietta e ignominiosa degradazione.


Aumentano il male i pericoli che minacciano tanto il consorzio domestico quanto quello civile.
Come infatti esponemmo in altre occasioni, vi è nel matrimonio — per consenso pressoché universale e di popoli e di secoli — un carattere sacro e religioso: da parte della legge divina si è provveduto a che non sia lecito sciogliere i matrimoni. Se essi diventano profani, se è lecito scioglierli, è inevitabile che nella famiglia vi siano turbamento e confusione, in quanto le donne si trovano a perdere la loro dignità, e la prole si viene a trovare nella incertezza circa la propria situazione e incolumità.


La pubblica e totale indifferenza nei confronti della religione e il non curarsi di Dio, come se non esistesse affatto, nella costituzione e nella amministrazione dello Stato, è atteggiamento temerario ignoto agli stessi gentili, nel cui animo e nel cui cuore era così profondamente impressa non solo la credenza negli Dei, ma anche la necessità di un culto pubblico, che consideravano più facile trovare una città senza territorio che senza Dio.
E in realtà la società umana, per la quale siamo stati creati per natura, è istituita da Dio, autore della natura: e da Dio, come principio e fonte, procede tutta la perenne abbondanza dei beni innumerevoli dei quali essa abbonda.
Come dunque in quanto singoli siamo dalla voce stessa della natura ammoniti a onorare piamente e santamente Dio per il fatto che da Dio abbiamo ricevuto la vita e i beni che a essa si accompagnano, così per la stessa ragione devono fare i popoli e gli Stati.
È dunque evidente che quanti vogliono uno Stato svincolato da ogni dovere religioso, agiscono non solo ingiustamente, ma anche con ignoranza e in modo insensato.
Posto poi che gli uomini nascono ordinati alla società civile per volere di Dio, e che il potere di comandare è un elemento di coesione della società civile tanto necessario che, una volta eliminato, è inevitabile che essa immediatamente si sfasci, ne deriva di conseguenza che Colui che creò la società, crea anche l'autorità di comandare.
Da questo si comprende che chiunque detenga il potere è ministro di Dio. Per questo motivo, per quanto lo richiedono il fine e la natura dell'umano consorzio, è giusto ubbidire all'autorità legittima quando ordina cose giuste, come si ubbidirebbe all'autorità di Dio che tutto governa: e nulla è più contrario alla verità che ammettere che dipenda dalla volontà del popolo il rifiutare, quando a esso piaccia, questa ubbidienza., nessuno mette in dubbio che, se si considerano la comune origine e natura, il fine ultimo a tutti proposto da conseguire e i diritti e i doveri che quindi automaticamente ne derivano, gli uomini sono tutti su di un piano di parità.
Ma, poiché non possono essere pari le qualità personali degli uomini e uno si distingua dall'altro per le forze sia fisiche che morali, e moltissime sono le diversità di costumi, di volontà e di temperamenti, per questo motivo nulla è più contrario alla ragione del volere confondere e unificare tutto quanto, e trasferire negli ordinamenti della vita civile una rigorosa e assoluta uguaglianza.

Come la perfetta disposizione del corpo deriva dalla unione e dalla compagine di diverse membra che, differenti per forma e per uso, ma congiunte insieme e distribuite ciascuna al suo posto, costituiscono un organismo bello a vedersi, saldo per le sue forze e idoneo all'azione, così nella società politica la dissimiglianza delle parti è quasi illimitata: qualora tutti siano considerati pari e qualora i singoli seguano ciascuno il proprio arbitrio, nessuno Stato presenterà un aspetto più deforme; però, se all'interno di distinti gradi di dignità, di attitudini e di funzioni collaboreranno efficacemente al bene comune, renderanno l'immagine di uno Stato bene ordinato e conforme a natura.

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