| | | OFFLINE | Post: 2.614 | Sesso: Femminile | Moderatore | |
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06/02/2009 20:37 | |
5. La questione posta oggi alla Chiesa non è più quella di sapere se l'uomo della strada può ancora recepire un messaggio religioso ma quella di trovare i linguaggi di comunicazione migliori per ottenere il maggior impatto possibile del messaggio evangelico.
Il Signore ci incoraggia direttamente e molto semplicemente a procedere sulla strada della testimonianza e della più vasta comunicazione: «Non temete... Quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti» (Mt 10,26-27). Di che cosa si tratta? L'Evangelista lo riassume così: «Dichiararsi per Cristo davanti agli uomini» (cfr. Mt 10,32). Ecco dunque l'audacia nello stesso tempo umile e serena che ispira la presenza cristiana in seno al dialogo pubblico dei mass media! Ce lo dice san Paolo: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è per me un dovere» (1Cor 9,16). La stessa fedeltà si esprime lungo tutta la Scrittura: «Nella grande assemblea ho annunziato la salvezza, (Sal 40[39],10) e «ogni uomo è preso da timore, racconta quel che Dio ha fatto e comprende le sue opere» (Sal 64[63],10).
Comunicatori e recettori dei mass media, avete la possibilità di interrogarvi, gli uni e gli altri, sulla esigenza e la costante novità di questa «religione pura e genuina» che ci invita a «non lasciarci sporcare dalle cose di questo mondo» (Gc 1,27).
Operatori dei mass media, questi pochi tratti di saggezza biblica vi faranno comprendere subito che la grande sfida della testimonianza religiosa in seno al dialogo pubblico è quella dell'autenticità dei messaggi e degli scambi, così come quella della qualità dei programmi e delle produzioni.
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