La nostra celebrazione, che è essenzialmente di gioia e di ringraziamento, è necessariamente temperata da tristezza e da rammarico.
Proprio i media che noi stiamo celebrando ci ricordano costantemente le limitazioni della nostra umana condizione, la presenza del male negli individui e nella società, della violenza insensata e dell'ingiustizia che gli esseri umani esercitano l'uno contro l'altro con innumerevoli pretesti.
Di fronte ai media noi spesso ci troviamo nella posizione di spettatori indifesi che assistono ad atrocità commesse in tutto il mondo, a causa di rivalità storiche, di pregiudizi razziali, di desiderio di vendetta, di sete di potere, di avidità di possesso, di egoismo, di mancanza di rispetto per la vita umana e per i diritti umani.
I cristiani deplorano questi fatti e le loro motivazioni.
Ma essi sono chiamati a fare molto di più; essi devono sforzarsi di vincere il male con il bene (cfr. Rm 12,21).
La risposta cristiana al male è, innanzitutto, ascoltare attentamente la Buona Novella e rendere sempre più presente il messaggio di salvezza di Dio in Gesù Cristo.