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SPECIALE: XXXII Convocazione Nazionale RnS

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2009 20:38
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Sesso: Femminile
06/05/2009 18:04

Intervista di Famiglia Cristiana a Salvatore Martinez, Presidente Nazionale RnS
 



FAMIGLIA CRISTIANA – 30 aprile 2009



LA CONVOCAZIONE DEL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO


LA FEDE
CAMBIA IL MONDO


Un’associazione ecclesiale fortemente impegnata nel sociale.

«Non è possibile scindere i due aspetti

se ci poniamo al servizio di una Chiesa che vive nella società»,
dice il presidente Salvatore Martinez.


La Convocazione nazionale che dal 30 aprile al 3 maggio riunisce a Rimini decine di migliaia di membri del

Rinnovamento nello Spirito Santo si apre all’insegna di un preciso mandato, secondo le parole degli Atti

degli apostoli:

«Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita».


Una sfida che Salvatore Martinez, presidente dell’associazione, definisce

«due comandi davanti ai quali si può obbedire o restare indifferenti,
impegnarsi o disertare».


Presidente Martinez, quale tipo di proposta spirituale caratterizza il Rinnovamento nello

Spirito Santo?


«Chi si accosta al Rinnovamento non si trova dinanzi a un tema predeterminato (come accade in una

Regola religiosa), o a un carisma preminente di impegno apostolico, ma viene accompagnato a riscoprire la

propria esperienza cristiana e il proprio stato di vita, a sperimentare una fede comunitaria e gioiosa, ad

aprirsi all’unzione dello Spirito e a ritrovare la bellezza e la gioia di professare quella fede».


 C’è un compito che oggi, secondo voi, vi appartiene in modo particolare?

«Noi riteniamo che la fede muoia se viene ridotta a consuetudine o a un’esperienza puramente emotiva. I

vescovi italiani, approvando gli Statuti revisionati, hanno sottolineato che il Rinnovamento si caratterizza non

come una generica esperienza spirituale, ma piuttosto come un cammino di fede. Quindi il nostro compito è

quello di rieducare alla fede e di aiutare le persone a farla crescere, a livello sia personale sia comunitario».


Dunque, una scelta orientata all’impeto missionario. In che modo intendete esplicitarla?


«Esprimendo la continuità con il Cenacolo e con la Piazza di Gerusalemme, come a Pentecoste, attraverso il

ricorso ai carismi e ai ministeri suscitati dallo Spirito, con una testimonianza di vita nuova da rendere al

mondo. Vogliamo essere non soltanto una valida presenza nella Chiesa, ma anche una significativa

presenza della Chiesa nel mondo».


Questo porta anche a dei riverberi nell’ambito sociale?

«Certamente. Non è possibile scindere l’aspetto ecclesiale da quello sociale, se ci poniamo al servizio di una

Chiesa che vive nel mondo. Senza rinnovamento spirituale, l’impegno socio-politico potrebbe ridurre il

Vangelo a una sorta di pensiero religioso ispirato a buoni princìpi. Ma, nel contempo, senza rinnovamento

sociale cadremmo nel devozionismo e consegneremmo alla storia l’idea che gli uomini spirituali sono

disincarnati dalla realtà».


In che modo le due cose possono coesistere?


«Mediante quella che abbiamo definito la "cultura della Pentecoste", secondo la consegna che Giovanni

Paolo II ci fece nel 2002 per lo sviluppo di una nuova civiltà dell’amore. Intendiamo cioè riaffermare il primato

della vita interiore, di una dimensione spirituale attenta alla promozione dell’uomo, di una laicità cristiana

incidente nella sfera interpersonale, familiare e sociale».


C’è qualche iniziativa concreta che vale la pena di sottolineare?


«Ne indicherei un paio che caratterizzeranno i prossimi mesi: il pellegrinaggio delle famiglie a Pompei e il

convegno internazionale su don Luigi Sturzo. Sabato 5 settembre ci ritroveremo in Campania, per la

precisione a Scafati, per andare a piedi in pellegrinaggio alla basilica mariana di Pompei. L’obiettivo è

duplice: mostrare la vitalità ecclesiale del nostro Sud e presentare il volto gioioso di famiglie che si mettono

in cammino pregando per le altre famiglie. Durante il percorso si reciterà il rosario della famiglia, che

abbiamo preparato rileggendo i 20 misteri del rosario classico, e sul sagrato del santuario pronunceremo

l’affidamento di tutte le famiglie alla Madonna».


In che consiste invece il convegno su don Sturzo?


«Dal 2 al 4 ottobre, a Catania e a Caltagirone, insieme con tutte le diverse realtà sturziane rifletteremo sulla

figura e sull’opera di don Sturzo nel cinquantesimo della morte e nel novantesimo della fondazione del

Partito popolare. Vogliamo rileggere l’attualità della concezione cristiana della storia che ha avuto don

Sturzo, per provare a rilanciare la sua dottrina sociale. In particolare intendiamo riaffermare il suo profilo

sacerdotale, la sua fede carismatica e la comprensione della realtà che egli aveva e che gli faceva dire che

senza un rinnovamento morale e spirituale non ci sarebbe stata vera socialità, vera promozione umana».



Un’attenzione che vi siete proposti in questi ultimi anni è quella della "maturità ecclesiale".

Cosa significa?


«Vogliamo renderci partecipi e interpreti di una nuova stagione di responsabilità ecclesiale, in modo da

assumere il destino delle nostre Chiese locali, l’opera di rievangelizzazione delle persone battezzate, la

formazione di nuovi animatori e responsabili. Per fare questo abbiamo immaginato un progetto unitario

formativo, che parte dai bisogni del nostro tempo e li ripropone con un modello esperienziale ispirato agli Atti

degli apostoli e cadenzato biblicamente in diversi livelli».


Siamo nell’anno dedicato a san Paolo, che lei ha definito «il più grande evangelizzatore

carismatico della storia». A che cosa, in particolare, vi sentite richiamati da lui?


«Questo anno sta rappresentando un momento di rilettura della nostra identità spirituale e carismatica e

anche l’occasione per ritrovare nelle lettere paoline l’attualità del nostro impegno. Il dono del Rinnovamento

non sarebbe percepibile senza l’esegesi permanente degli scritti di san Paolo, che sono parte integrante

della nostra formazione, e anche la fotografia perfetta di ciò che dovremmo essere».


Saverio Gaeta




I GRUPPI LOCALI E LE COMUNITÀ



Il Rinnovamento nello Spirito Santo è un’associazione formata prevalentemente da laici, che

comprende anche sacerdoti e persone consacrate.

Si articola in Gruppi locali e Comunità, di
diversa consistenza, collegati fra loro a livello diocesano,
 regionale e nazionale.

Gli Statuti sono
stati definitivamente approvati dalla Conferenza episcopale italiana nel 2007.


I Gruppi si riuniscono, almeno una volta a settimana, in un incontro di preghiera che dura circa

due ore.

Normalmente si articola con una preghiera spontanea di lode e di ringraziamento,

alternata con l’ascolto della parola di Dio, accompagnati da canti, testimonianze, annunci ed

esortazioni.

Le Comunità sono formate dagli aderenti che vivono fraternamente insieme e che

assumono ulteriori servizi nell’ambito dell’associazione.


A livello nazionale la responsabilità della guida dell’associazione è affidata a un Comitato

nazionale di servizio, che svolge un compito di unità, di discernimento, di organizzazione e di

rappresentanza presso la gerarchia della Chiesa italiana.


Per le decisioni e gli orientamenti più importanti e a carattere generale, l’organo competente è il

Consiglio nazionale, allargato a rappresentanti di tutte le zone geografiche.


Sa.Ga.

ANNO:  1990 GRUPPI: 906

ANNO:  2007 GRUPPI  1.847

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