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2 aprile

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2011 12:24
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Sant' Abbondio Vescovo di Como

2 aprile

Vescovo di Como dal 440 - Morto a Como nel 469-499

A lui si ispirò certamente il Manzoni nel dare il nome al suo celebre personaggio sul «ramo del lago di Como». Di Abbondio si sa che fu vescovo lariano dal 440, mentre non si conoscono con certezza data di nascita e morte. Come ignoto è il luogo di origine. Conosceva bene il greco e, perciò, prima di dedicarsi a tempo pieno al servizio episcopale (e all’attività missionaria nelle zone montuose vicino Lugano ancora scristianizzate), fu mandato dal Papa Leone I Magno a Costantinopoli per dirimere, con successo, la questione dottrinale sulle due nature di Cristo suscitata da Nestorio ed Eutiche. I resti del patrono sono nella basilica di Como. (Avvenire)

Patronato: Como

Etimologia: Abbondio = abbondante, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Como, sant’Abbondio, vescovo, che fu inviato a Costantinopoli dal papa san Leone Magno e vi difese con zelo la retta fede.


Alessandro Manzoni ha chiamato “don Abbondio” il poco animoso curato dei Promessi sposi, ispirandosi a un nome famoso e venerato nella terra dov’è ambientato il romanzo: sant’Abbondio, vescovo di Como, città che conserva tuttora i suoi resti nella basilica a lui dedicata e lo onora come patrono. Una tradizione lo dice greco, di Tessalonica (attuale Salonicco), ma il nome così schiettamente latino ne fa dubitare. Risulta invece che Abbondio conosce bene la lingua greca, caso ormai raro nella Chiesa d’Occidente all’epoca sua.
Ignoti il tempo e il luogo della nascita, la prima data certa della sua biografia è il 17 novembre del 440: in quel giorno Abbondio, già collaboratore del vescovo Amanzio in Como, riceve la consacrazione episcopale come suo successore. Ma non può dedicarsi subito alla diocesi: il papa Leone I Magno (quello dell’incontro con Attila) ha bisogno di lui per un compito tutt’altro che tranquillo: deve andare a Costantinopoli come legato pontificio presso l’imperatore Teodosio II. E lì Abbondio dovrà ristabilire in modo duraturo l’unità nella fede, dopo il lungo conflitto dottrinale suscitato dal vescovo Nestorio e dall’archimandrita Eutiche. Questi sono due figure eminenti del cristianesimo orientale, entrambi però in contrasto con la dottrina della Chiesa di Roma e dei concili sul tema delle due nature – umana e divina – nella persona di Cristo; e per buon peso sono in contrasto pure fra di loro, con le inevitabili divisioni anche fra i cristiani, i conflitti per la nomina dei vescovi, con accompagnamento anche di violenze fisiche: com’è accaduto al patriarca Flaviano di Costantinopoli, seguace dell’ortodossia, aggredito brutalmente e deposto, tanto da morirne poco dopo.
Morto anche l’imperatore Teodosio II nel 450, Abbondio a Costantinopoli trova il suo successore Marciano: e a lui, come ai vescovi, al clero, ai monaci e ai fedeli, Abbondio ribadisce con franchezza la dottrina cattolica sulle due nature in Cristo, come l’ha esposta Leone I in una lettera diretta ancora a Flaviano. E porta a termine la missione facendo accettare il documento pontificio da tutti i vescovi d’Oriente, con in testa quello di Costantinopoli, già nemico di Flaviano.
Un successo pacifico e pieno per Abbondio, accolto festosamente a Roma da papa Leone nel 451. Dopo una missione analoga nel Nord dell’Italia, egli può infine essere vescovo di Como a tempo pieno. E questo significa farsi missionario, annunciando il Vangelo nelle regioni montane, nella zona di Lugano e in altre terre non ancora cristianizzate. Il diplomatico e teologo diventa predicatore. E muore in un giorno di Pasqua, dice un testo dell’epoca, appunto dopo aver predicato. Ma non si conosce con certezza l’anno della morte, indicato da alcuni nel 469, da altri nel 488 o nel 499.
Il Martyrologium Romanum lo ricorda il 2 aprile, mentre la diocesi di Como lo festeggia il 31 agosto.



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Sant' Appiano Martire

2 aprile

m. 306

Martirologio Romano: A Cesarea in Palestina, sant’Appiano, martire, che, sotto l’imperatore Massimino, poiché il popolo era costretto a sacrificare pubblicamente agli dèi, accostatosi con coraggio al governatore Urbano, gli afferrò la mano destra, obbligandolo a sospendere il rito e per questo, con i piedi avvolti da un panno di lino intinto nell’olio e dato alle fiamme, fu precipitato ancora vivo in mare dai soldati.


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Beato Diego Luis de San Vitores Gesuita, martire nelle Marianne

2 aprile

Burgos, Spagna, 12 novembre 1627 - Tomhom, Guam (Marianne), 2 aprile 1672

Martirologio Romano: Nel villaggio di Tomhom nell’isola di Guam in Oceania, beati martiri Diego Luigi de San Vitores, sacerdote della Compagnia di Gesù, e Pietro Calungsod, catechista, uccisi crudelmente in odio alla fede cristiana e precipitati in mare da alcuni apostati e da alcuni indigeni seguaci di superstizioni pagane.


È considerato l’Apostolo delle Isole Marianne, nell’Oceano Pacifico. Padre Diego Luis nacque nella nobile famiglia de San Vitores, a Burgos in Spagna il 12 novembre 1627.
Per gli alti incarichi affidati dalla corte al padre di Diego, la sua famiglia si trasferì a Madrid nel 1631, poi a Guadix (Granada) nel 1635 e di nuovo a Madrid nel 1638. Frequentò il Collegio dei Gesuiti di Madrid e giovanissimo entrò come novizio nella Compagnia di Gesù a Villarejo de Fuentes; nel 1634 a 17 anni emise i primi voti; fino al 1650 compì gli studi di filosofia e di teologia, venendo ordinato sacerdote il 23 dicembre 1651.
Fino al 1660 fu insegnante a Oropesa (Toledo), Madrid e Alcalà e in quell’anno finalmente poté realizzare il sogno della giovinezza e partire per le missioni, aveva 33 anni e così fu destinato, non in Cina come desiderava, ma alle Filippine, dove giunse via Messico, solo nel 1662.
In Messico stazionò per due anni dal 1660 al 1662, conquistandosi la stima dei confratelli missionari, rammaricati per la sua partenza da Acapulco; fu durante il viaggio marittimo dal Messico alle Filippine, che Diego ebbe un primo contatto con le Isole Marianne, allora chiamate Ladroni, nome messo da Magellano che le scoprì nel 1521; rendendosi conto che l’arcipelago non conosceva ancora l’evangelizzazione.
Perciò scrisse sia a Roma che in Spagna, a cui appartenevano, sollecitando l’invio di missionari nelle Isole e a Guam capoluogo, offrendo sé stesso per tale scopo. Il 10 luglio 1662 giunse al porto di Lampong nelle Filippine da dove proseguì, via terra per Manila.
Fino al 1667 svolse la sua missione sacerdotale nella Comunità di Taytay e poi come prefetto degli studi nel collegio di Manila. Nel 1665 giunse la disposizione del re di Spagna al governatore delle Filippine, di provvedere per un’imbarcazione al missionario e il 7 agosto 1667 padre Diego Luis de San Vitores, poté salpare non per le Marianne, ma per il Messico, diretto dal viceré di Spagna, che avrebbe dovuto fornirgli il materiale ed i mezzi necessari per avviare la missione, perché il governatore delle Filippine non aveva denaro per lo scopo.
Dopo tre mesi di sosta in Messico per raccogliere i fondi, il 23 marzo 1668 salpò per le Marianne, dove giunse nell’isola di Guam il 16 giugno 1668, accompagnato da un gruppo di confratelli gesuiti.
L’opera di evangelizzazione si propagò fra alti e bassi in tutto l’arcipelago, le conversioni affluirono numerose, nel contempo si ergeva una opposizione alla loro opera, da parte di un guaritore cinese, un certo Cocho, che sobillava gli indigeni cristiani, dicendo che l’acqua del battesimo era avvelenata e perciò i bambini morivano; in realtà alcuni bambini già gravemente ammalati erano stati battezzati e poi erano morti.
Ma questo bastò perché molti che si erano convertiti, si rivoltassero contro i missionari, diventando loro nemici. L’evangelizzazione delle Isole Ladroni poi Marianne, da parte di padre Diego, durò quattro anni, con frequenti spostamenti da un’isola all’altra per sostenere i suoi confratelli e con generosa dedizione alla gente dell’arcipelago.
Accompagnato dal giovane catechista filippino Pedro Calungsod, il 2 aprile 1672 si recò al villaggio di Tomhom nell’isola di Guam e avendo saputo che era nata una bambina al cristiano poi rinnegato, di nome Matapang, cercò di convincerlo a battezzarla, l’uomo reagì con violenza, rifiutò e recandosi al villaggio, cercò l’aiuto di un certo Hirao per ucciderli; anche quest’ultimo era un beneficiario della bontà dei missionari e in un primo momento rifiutò.
Nel frattempo, con il consenso della madre, padre Diego battezzò la bambina; avendolo saputo, si scatenò l’ira di Matapang che lanciò varie frecce, finché colpì al petto il giovane catechista Pedro, padre Diego accorse per dargli l’assoluzione, nel frattempo sopraggiunse Hirao che con un colpo alla testa finì il giovane e con la lancia uccise poi padre Diego.
I loro corpi spogliati e caricati su una barca, furono gettati nell’Oceano. Primi martiri e apostoli delle Marianne. Padre Diego Luis de San Vitores è stato beatificato il 6 ottobre 1985 da papa Giovanni Paolo II, il quale ha poi beatificato Pedro Calungsod Bissaja il 5 marzo 2002. - Festa liturgica per entrambi al 2 aprile.



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