| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:06 | |
1
[1] C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male.
[2] Gli erano nati sette figli e tre figlie;
[3] possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
[4] Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.
[5] Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore". Così faceva Giobbe ogni volta.
[6] Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.
[7] Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa".
[8] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male".
[9] Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla?
[10] Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra.
[11] Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!".
[12] Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal Signore.
[13] Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,
[14] un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi,
[15] quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[16] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[17] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[18] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore,
[19] quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
[20] Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò
[21] e disse: "Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!".
[22] In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:07 | |
2
[1] Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.
[2] Il Signore disse a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra che ho percorsa".
[3] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo".
[4] Satana rispose al Signore: "Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.
[5] Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!".
[6] Il Signore disse a satana: "Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita".
[7] Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.
[8] Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.
[9] Allora sua moglie disse: "Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!".
[10] Ma egli le rispose: "Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?". In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
[11] Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo.
[12] Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere.
[13] Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:07 | |
3
[1] Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
[2] prese a dire:
[3] Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: "È stato concepito un uomo!".
[4] Quel giorno sia tenebra, non lo ricerchi Dio dall'alto, né brilli mai su di esso la luce.
[5] Lo rivendichi tenebra e morte, gli si stenda sopra una nube e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!
[6] Quel giorno lo possieda il buio non si aggiunga ai giorni dell'anno, non entri nel conto dei mesi.
[7] Ecco, quella notte sia lugubre e non entri giubilo in essa.
[8] La maledicano quelli che imprecano al giorno, che sono pronti a evocare Leviatan.
[9] Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, speri la luce e non venga; non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,
[10] poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno, e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!
[11] E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?
[12] Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi?
[13] Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace
[14] con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei,
[15] o con i principi, che hanno oro e riempiono le case d'argento.
[16] Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce.
[17] Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze.
[18] I prigionieri hanno pace insieme, non sentono più la voce dell'aguzzino.
[19] Laggiù è il piccolo e il grande, e lo schiavo è libero dal suo padrone.
[20] Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
[21] a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro,
[22] che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba...
[23] a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
[24] Così, al posto del cibo entra il mio gemito, e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
[25] perché ciò che temo mi accade e quel che mi spaventa mi raggiunge.
[26] Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo e viene il tormento!
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:09 | |
4
[1] Elifaz il Temanita prese la parola e disse: [2] Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso? Ma chi può trattenere il discorso?
[3] Ecco, tu hai istruito molti e a mani fiacche hai ridato vigore;
[4] le tue parole hanno sorretto chi vacillava e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
[5] Ma ora questo accade a te e ti abbatti; capita a te e ne sei sconvolto.
[6] La tua pietà non era forse la tua fiducia e la tua condotta integra, la tua speranza?
[7] Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai furon distrutti gli uomini retti?
[8] Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità, chi semina affanni, li raccoglie.
[9] A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
[10] Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo e i denti dei leoncelli sono frantumati.
[11] Il leone è perito per mancanza di preda e i figli della leonessa sono stati dispersi.
[12] A me fu recata, furtiva, una parola e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
[13] Nei fantasmi, tra visioni notturne, quando grava sugli uomini il sonno,
[14] terrore mi prese e spavento e tutte le ossa mi fece tremare;
[15] un vento mi passò sulla faccia, e il pelo si drizzò sulla mia carne...
[16] Stava là ritto uno, di cui non riconobbi l'aspetto, un fantasma stava davanti ai miei occhi... Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:
[17] "Può il mortale essere giusto davanti a Dio o innocente l'uomo davanti al suo creatore?
[18] Ecco, dei suoi servi egli non si fida e ai suoi angeli imputa difetti;
[19] quanto più a chi abita case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento! Come tarlo sono schiacciati,
[20] annientati fra il mattino e la sera: senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
[21] La funicella della loro tenda non viene forse strappata? Muoiono senza saggezza!". |
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:10 | |
5
[1] Chiama, dunque! Ti risponderà forse qualcuno? E a chi fra i santi ti rivolgerai?
[2] Poiché allo stolto dà morte lo sdegno e la collera fa morire lo sciocco.
[3] Io ho visto lo stolto metter radici, ma imputridire la sua dimora all'istante.
[4] I suoi figli sono lungi dal prosperare, sono oppressi alla porta, senza difensore;
[5] l'affamato ne divora la messe e gente assetata ne succhia gli averi.
[6] Non esce certo dalla polvere la sventura né germoglia dalla terra il dolore,
[7] ma è l'uomo che genera pene, come le scintille volano in alto.
[8] Io, invece, mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa:
[9] a lui, che fa cose grandi e incomprensibili, meraviglie senza numero,
[10] che dà la pioggia alla terra e manda le acque sulle campagne.
[11] Colloca gli umili in alto e gli afflitti solleva a prosperità;
[12] rende vani i pensieri degli scaltri e le loro mani non ne compiono i disegni;
[13] coglie di sorpresa i saggi nella loro astuzia e manda in rovina il consiglio degli scaltri.
[14] Di giorno incappano nel buio e brancolano in pieno sole come di notte,
[15] mentre egli salva dalla loro spada l'oppresso, e il meschino dalla mano del prepotente.
[16] C'è speranza per il misero e l'ingiustizia chiude la bocca.
[17] Felice l'uomo, che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell'Onnipotente,
[18] perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana.
[19] Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima non ti toccherà il male;
[20] nella carestia ti scamperà dalla morte e in guerra dal colpo della spada;
[21] sarai al riparo dal flagello della lingua, né temerai quando giunge la rovina.
[22] Della rovina e della fame ti riderai né temerai le bestie selvatiche;
[23] con le pietre del campo avrai un patto e le bestie selvatiche saranno in pace con te.
[24] Conoscerai la prosperità della tua tenda, visiterai la tua proprietà e non sarai deluso. [25] Vedrai, numerosa, la prole, i tuoi rampolli come l'erba dei prati.
[26] Te ne andrai alla tomba in piena maturità, come si ammucchia il grano a suo tempo.
[27] Ecco, questo abbiamo osservato: è così. Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:10 | |
6
[1] Allora Giobbe rispose:
[2] Se ben si pesasse il mio cruccio e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...
[3] certo sarebbe più pesante della sabbia del mare! Per questo temerarie sono state le mie parole,
[4] perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte, sì che il mio spirito ne beve il veleno e terrori immani mi si schierano contro!
[5] Raglia forse il somaro con l'erba davanti o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
[6] Si mangia forse un cibo insipido, senza sale? O che gusto c'è nell'acqua di malva?
[7] Ciò che io ricusavo di toccare questo è il ributtante mio cibo!
[8] Oh, mi accadesse quello che invoco, e Dio mi concedesse quello che spero!
[9] Volesse Dio schiacciarmi, stendere la mano e sopprimermi!
[10] Ciò sarebbe per me un qualche conforto e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà, per non aver rinnegato i decreti del Santo.
[11] Qual la mia forza, perché io possa durare, o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?
[12] La mia forza è forza di macigni? La mia carne è forse di bronzo?
[13] Non v'è proprio aiuto per me? Ogni soccorso mi è precluso?
[14] A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici, anche se ha abbandonato il timore di Dio.
[15] I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente, sono dileguati come i torrenti delle valli,
[16] i quali sono torbidi per lo sgelo, si gonfiano allo sciogliersi della neve,
[17] ma al tempo della siccità svaniscono e all'arsura scompaiono dai loro letti.
[18] Deviano dalle loro piste le carovane, avanzano nel deserto e vi si perdono;
[19] le carovane di Tema guardano là, i viandanti di Saba sperano in essi:
[20] ma rimangono delusi d'avere sperato, giunti fin là, ne restano confusi.
[21] Così ora voi siete per me: vedete che faccio orrore e vi prende paura.
[22] Vi ho detto forse: "Datemi qualcosa" o "dei vostri beni fatemi un regalo"
[23] o "liberatemi dalle mani di un nemico" o "dalle mani dei violenti riscattatemi"?
[24] Istruitemi e allora io tacerò, fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.
[25] Che hanno di offensivo le giuste parole? Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?
[26] Forse voi pensate a confutare parole, e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!
[27] Anche sull'orfano gettereste la sorte e a un vostro amico scavereste la fossa.
[28] Ma ora degnatevi di volgervi verso di me: davanti a voi non mentirò.
[29] Su, ricredetevi: non siate ingiusti! Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!
[30] C'è forse iniquità sulla mia lingua o il mio palato non distingue più le sventure?
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:11 | |
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[1] Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
[2] Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,
[3] così a me son toccati mesi d'illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.
[4] Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
[5] Ricoperta di vermi e croste è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
[6] I miei giorni sono stati più veloci d'una spola, sono finiti senza speranza.
[7] Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.
[8] Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede: i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
[9] Una nube svanisce e se ne va, così chi scende agl'inferi più non risale;
[10] non tornerà più nella sua casa, mai più lo rivedrà la sua dimora.
[11] Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
[12] Son io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu mi metta accanto una guardia?
[13] Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza",
[14] tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci.
[15] Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori!
[16] Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
[17] Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione
[18] e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metti alla prova?
[19] Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva?
[20] Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell'uomo? Perché m'hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso?
[21] Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità? Ben presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non sarò!
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:12 | |
8
[1] Allora prese a dire Bildad il Suchita:
[2] Fino a quando dirai queste cose e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
[3] Può forse Dio deviare il diritto o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?
[4] Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui, li ha messi in balìa della loro iniquità.
[5] Se tu cercherai Dio e implorerai l'Onnipotente,
[6] se puro e integro tu sei, fin d'ora veglierà su di te e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
[7] piccola cosa sarà la tua condizione di prima, di fronte alla grandezza che avrà la futura.
[8] Chiedilo infatti alle generazioni passate, poni mente all'esperienza dei loro padri,
[9] perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo, come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.
[10] Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno traendo le parole dal cuore?
[11] Cresce forse il papiro fuori della palude e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?
[12] È ancora verde, non buono per tagliarlo, e inaridisce prima d'ogn'altra erba.
[13] Tale il destino di chi dimentica Dio, così svanisce la speranza dell'empio;
[14] la sua fiducia è come un filo e una tela di ragno è la sua sicurezza:
[15] si appoggi alla sua casa, essa non resiste, vi si aggrappi, ma essa non regge.
[16] Rigoglioso sia pure in faccia al sole e sopra il giardino si spandano i suoi rami,
[17] sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici, tra le pietre attinga la vita.
[18] Se lo si toglie dal suo luogo, questo lo rinnega: "Non t'ho mai visto!".
[19] Ecco la gioia del suo destino e dalla terra altri rispuntano.
[20] Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro, e non sostiene la mano dei malfattori.
[21] Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso e le tue labbra di gioia.
[22] I tuoi nemici saran coperti di vergogna e la tenda degli empi più non sarà.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:13 | |
9
[1] Giobbe rispose dicendo:
[2] In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
[3] Se uno volesse disputare con lui, non gli risponderebbe una volta su mille.
[4] Saggio di mente, potente per la forza, chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?
[5] Sposta le montagne e non lo sanno, egli nella sua ira le sconvolge.
[6] Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
[7] Comanda al sole ed esso non sorge e alle stelle pone il suo sigillo.
[8] Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
[9] Crea l'Orsa e l'Orione, le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.
[10] Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
[11] Ecco, mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non m'accorgo.
[12] Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: "Che fai?".
[13] Dio non ritira la sua collera: sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.
[14] Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
[15] Se avessi anche ragione, non risponderei, al mio giudice dovrei domandare pietà.
[16] Se io lo invocassi e mi rispondesse, non crederei che voglia ascoltare la mia voce.
[17] Egli con una tempesta mi schiaccia, moltiplica le mie piaghe senza ragione,
[18] non mi lascia riprendere il fiato, anzi mi sazia di amarezze.
[19] Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore; se di giustizia, chi potrà citarlo?
[20] Se avessi ragione, il mio parlare mi condannerebbe; se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.
[21] Sono innocente? Non lo so neppure io, detesto la mia vita!
[22] Per questo io dico: "È la stessa cosa": egli fa perire l'innocente e il reo!
[23] Se un flagello uccide all'improvviso, della sciagura degli innocenti egli ride.
[24] La terra è lasciata in balìa del malfattore: egli vela il volto dei suoi giudici; se non lui, chi dunque sarà?
[25] I miei giorni passano più veloci d'un corriere, fuggono senza godere alcun bene,
[26] volano come barche di giunchi, come aquila che piomba sulla preda.
[27] Se dico: "Voglio dimenticare il mio gemito, cambiare il mio volto ed essere lieto",
[28] mi spavento per tutti i miei dolori; so bene che non mi dichiarerai innocente.
[29] Se sono colpevole, perché affaticarmi invano?
[30] Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani,
[31] allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti.
[32] Poiché non è uomo come me, che io possa rispondergli: "Presentiamoci alla pari in giudizio".
[33] Non c'è fra noi due un arbitro che ponga la mano su noi due.
[34] Allontani da me la sua verga sì che non mi spaventi il suo terrore:
[35] allora io potrò parlare senza temerlo, perché così non sono in me stesso.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:13 | |
10
[1] Stanco io sono della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell'amarezza del mio cuore.
[2] Dirò a Dio: Non condannarmi! Fammi sapere perché mi sei avversario.
[3] È forse bene per te opprimermi, disprezzare l'opera delle tue mani e favorire i progetti dei malvagi?
[4] Hai tu forse occhi di carne o anche tu vedi come l'uomo?
[5] Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo, i tuoi anni come i giorni di un mortale,
[6] perché tu debba scrutare la mia colpa e frugare il mio peccato,
[7] pur sapendo ch'io non sono colpevole e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?
[8] Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?
[9] Ricordati che come argilla mi hai plasmato e in polvere mi farai tornare.
[10] Non m'hai colato forse come latte e fatto accagliare come cacio?
[11] Di pelle e di carne mi hai rivestito, d'ossa e di nervi mi hai intessuto.
[12] Vita e benevolenza tu mi hai concesso e la tua premura ha custodito il mio spirito.
[13] Eppure, questo nascondevi nel cuore, so che questo avevi nel pensiero!
[14] Tu mi sorvegli, se pecco, e non mi lasci impunito per la mia colpa.
[15] Se sono colpevole, guai a me! Se giusto, non oso sollevare la testa, sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.
[16] Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la caccia e torni a compiere prodigi contro di me,
[17] su di me rinnovi i tuoi attacchi, contro di me aumenti la tua ira e truppe sempre fresche mi assalgono. [18] Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto!
[19] Sarei come se non fossi mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba!
[20] E non son poca cosa i giorni della mia vita? Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco
[21] prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte,
[22] terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:14 | |
11
[1] Allora Zofar il Naamatita prese la parola e disse:
[2] A tante parole non si darà risposta? O il loquace dovrà aver ragione?
[3] I tuoi sproloqui faranno tacere la gente? Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni?
[4] Tu dici: "Pura è la mia condotta, io sono irreprensibile agli occhi di lui".
[5] Tuttavia, volesse Dio parlare e aprire le labbra contro di te,
[6] per manifestarti i segreti della sapienza, che sono così difficili all'intelletto, allora sapresti che Dio ti condona parte della tua colpa.
[7] Credi tu di scrutare l'intimo di Dio o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente?
[8] È più alta del cielo: che cosa puoi fare? È più profonda degli inferi: che ne sai?
[9] Più lunga della terra ne è la dimensione, più vasta del mare.
[10] Se egli assale e imprigiona e chiama in giudizio, chi glielo può impedire?
[11] Egli conosce gli uomini fallaci, vede l'iniquità e l'osserva:
[12] l'uomo stolto mette giudizio e da ònagro indomito diventa docile.
[13] Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore e tenderai a lui le tue palme,
[14] se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano e non farai abitare l'ingiustizia nelle tue tende,
[15] allora potrai alzare la faccia senza macchia e sarai saldo e non avrai timori,
[16] perché dimenticherai l'affanno e te ne ricorderai come di acqua passata;
[17] più del sole meridiano splenderà la tua vita, l'oscurità sarà per te come l'aurora.
[18] Ti terrai sicuro per ciò che ti attende e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.
[19] Ti coricherai e nessuno ti disturberà, molti anzi cercheranno i tuoi favori.
[20] Ma gli occhi dei malvagi languiranno, ogni scampo è per essi perduto, unica loro speranza è l'ultimo respiro!
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:14 | |
12
[1] Giobbe allora rispose:
[2] È vero, sì, che voi siete la voce del popolo e la sapienza morirà con voi!
[3] Anch'io però ho senno come voi, e non sono da meno di voi; chi non sa cose simili?
[4] Ludibrio del suo amico è diventato chi grida a Dio perché gli risponda; ludibrio il giusto, l'integro!
[5] "Per la sventura, disprezzo", pensa la gente prosperosa, "spinte, a colui che ha il piede tremante".
[6] Le tende dei ladri sono tranquille, c'è sicurezza per chi provoca Dio, per chi vuol ridurre Dio in suo potere.
[7] Ma interroga pure le bestie, perché ti ammaestrino, gli uccelli del cielo, perché ti informino,
[8] o i rettili della terra, perché ti istruiscano o i pesci del mare perché te lo faccian sapere.
[9] Chi non sa, fra tutti questi esseri, che la mano del Signore ha fatto questo?
[10] Egli ha in mano l'anima di ogni vivente e il soffio d'ogni carne umana.
[11] L'orecchio non distingue forse le parole e il palato non assapora i cibi?
[12] Nei canuti sta la saggezza e nella vita lunga la prudenza.
[13] In lui risiede la sapienza e la forza, a lui appartiene il consiglio e la prudenza!
[14] Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire, se imprigiona uno, non si può liberare.
[15] Se trattiene le acque, tutto si secca, se le lascia andare, devastano la terra.
[16] Da lui viene potenza e sagacia, a lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.
[17] Rende stolti i consiglieri della terra, priva i giudici di senno;
[18] scioglie la cintura dei re e cinge i loro fianchi d'una corda.
[19] Fa andare scalzi i sacerdoti e rovescia i potenti.
[20] Toglie la favella ai più veraci e priva del senno i vegliardi.
[21] Sui nobili spande il disprezzo e allenta la cintura ai forti.
[22] Strappa dalle tenebre i segreti e porta alla luce le cose oscure.
[23] Fa grandi i popoli e li lascia perire, estende le nazioni e le abbandona.
[24] Toglie il senno ai capi del paese e li fa vagare per solitudini senza strade,
[25] vanno a tastoni per le tenebre, senza luce, e barcollano come ubriachi.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:15 | |
13
[1] Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio, l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.
[2] Quel che sapete voi, lo so anch'io; non sono da meno di voi.
[3] Ma io all'Onnipotente vorrei parlare, a Dio vorrei fare rimostranze.
[4] Voi siete raffazzonatori di menzogne, siete tutti medici da nulla.
[5] Magari taceste del tutto! sarebbe per voi un atto di sapienza!
[6] Ascoltate dunque la mia riprensione e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.
[7] Volete forse in difesa di Dio dire il falso e in suo favore parlare con inganno?
[8] Vorreste trattarlo con parzialità e farvi difensori di Dio?
[9] Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse? Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?
[10] Severamente vi redarguirà, se in segreto gli siete parziali.
[11] Forse la sua maestà non vi incute spavento e il terrore di lui non vi assale?
[12] Sentenze di cenere sono i vostri moniti, difese di argilla le vostre difese.
[13] Tacete, state lontani da me: parlerò io, mi capiti quel che capiti.
[14] Voglio afferrare la mia carne con i denti e mettere sulle mie mani la mia vita.
[15] Mi uccida pure, non me ne dolgo; voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!
[16] Questo mi sarà pegno di vittoria, perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.
[17] Ascoltate bene le mie parole e il mio esposto sia nei vostri orecchi.
[18] Ecco, tutto ho preparato per il giudizio, son convinto che sarò dichiarato innocente.
[19] Chi vuol muover causa contro di me? Perché allora tacerò, pronto a morire.
[20] Solo, assicurami due cose e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;
[21] allontana da me la tua mano e il tuo terrore più non mi spaventi;
[22] poi interrogami pure e io risponderò oppure parlerò io e tu mi risponderai.
[23] Quante sono le mie colpe e i miei peccati? Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.
[24] Perché mi nascondi la tua faccia e mi consideri come un nemico?
[25] Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento e dar la caccia a una paglia secca?
[26] Poiché scrivi contro di me sentenze amare e mi rinfacci i miei errori giovanili;
[27] tu metti i miei piedi in ceppi, spii tutti i miei passi e ti segni le orme dei miei piedi.
[28] Intanto io mi disfò come legno tarlato o come un vestito corroso da tignola.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:15 | |
14
[1] L'uomo, nato di donna, breve di giorni e sazio di inquietudine,
[2] come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l'ombra e mai si ferma.
[3] Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi e lo chiami a giudizio presso di te?
[4] Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno. [5] Se i suoi giorni sono contati, se il numero dei suoi mesi dipende da te, se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
[6] distogli lo sguardo da lui e lascialo stare finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
[7] Poiché anche per l'albero c'è speranza: se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere;
[8] se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco,
[9] al sentore dell'acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta.
[10] L'uomo invece, se muore, giace inerte, quando il mortale spira, dov'è?
[11] Potranno sparire le acque del mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
[12] ma l'uomo che giace più non s'alzerà, finché durano i cieli non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno.
[13] Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba, occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
[14] Se l'uomo che muore potesse rivivere, aspetterei tutti i giorni della mia milizia finché arrivi per me l'ora del cambio!
[15] Mi chiameresti e io risponderei, l'opera delle tue mani tu brameresti.
[16] Mentre ora tu conti i miei passi non spieresti più il mio peccato:
[17] in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto e tu cancelleresti la mia colpa.
[18] Ohimè! come un monte finisce in una frana e come una rupe si stacca dal suo posto,
[19] e le acque consumano le pietre, le alluvioni portano via il terreno: così tu annienti la speranza dell'uomo.
[20] Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va, tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
[21] Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa; siano disprezzati, lo ignora!
[22] Soltanto i suoi dolori egli sente e piange sopra di sé.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:16 | |
15
[1] Elifaz il Temanita prese a dire:
[2] Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate in aria e riempirsi il ventre di vento d'oriente?
[3] Si difende egli con parole senza costrutto e con discorsi inutili?
[4] Tu anzi distruggi la religione e abolisci la preghiera innanzi a Dio.
[5] Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca e scegli il linguaggio degli astuti.
[6] Non io, ma la tua bocca ti condanna e le tue labbra attestano contro di te.
[7] Sei forse tu il primo uomo che è nato, o, prima dei monti, sei venuto al mondo?
[8] Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio e ti sei appropriata tu solo la sapienza?
[9] Che cosa sai tu che noi non sappiamo? Che cosa capisci che da noi non si comprenda?
[10] Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto più di tuo padre, carico d'anni.
[11] Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio e una parola moderata a te rivolta?
[12] Perché il tuo cuore ti trasporta e perché fanno cenni i tuoi occhi,
[13] quando volgi contro Dio il tuo animo e fai uscire tali parole dalla tua bocca?
[14] Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro, perché si dica giusto un nato di donna?
[15] Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia e i cieli non sono puri ai suoi occhi;
[16] quanto meno un essere abominevole e corrotto, l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.
[17] Voglio spiegartelo, ascoltami, ti racconterò quel che ho visto,
[18] quello che i saggi riferiscono, non celato ad essi dai loro padri;
[19] a essi soli fu concessa questa terra, né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.
[20] Per tutti i giorni della vita il malvagio si tormenta; sono contati gli anni riservati al violento.
[21] Voci di spavento gli risuonano agli orecchi e in piena pace si vede assalito dal predone.
[22] Non crede di potersi sottrarre alle tenebre, egli si sente destinato alla spada.
[23] Destinato in pasto agli avvoltoi, sa che gli è preparata la rovina.
[24] Un giorno tenebroso lo spaventa, la miseria e l'angoscia l'assalgono come un re pronto all'attacco,
[25] perché ha steso contro Dio la sua mano, ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;
[26] correva contro di lui a testa alta, al riparo del curvo spessore del suo scudo;
[27] poiché aveva la faccia coperta di grasso e pinguedine intorno ai suoi fianchi.
[28] Avrà dimora in città diroccate, in case dove non si abita più, destinate a diventare macerie.
[29] Non arricchirà, non durerà la sua fortuna, non metterà radici sulla terra.
[30] Alle tenebre non sfuggirà, la vampa seccherà i suoi germogli e dal vento sarà involato il suo frutto.
[31] Non confidi in una vanità fallace, perché sarà una rovina.
[32] La sua fronda sarà tagliata prima del tempo e i suoi rami non rinverdiranno più.
[33] Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor acerba e getterà via come ulivo i suoi fiori,
[34] poiché la stirpe dell'empio è sterile e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.
[35] Concepisce malizia e genera sventura e nel suo seno alleva delusione.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:16 | |
16
[1] Allora rispose:
[2] Ne ho udite già molte di simili cose! Siete tutti consolatori molesti.
[3] Non avran termine le parole campate in aria? O che cosa ti spinge a rispondere così?
[4] Anch'io sarei capace di parlare come voi, se voi foste al mio posto: vi affogherei con parole e scuoterei il mio capo su di voi.
[5] Vi conforterei con la bocca e il tremito delle mie labbra cesserebbe.
[6] Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore; se taccio, che cosa lo allontana da me?
[7] Ora però egli m'ha spossato, fiaccato, tutto il mio vicinato mi è addosso;
[8] si è costituito testimone ed è insorto contro di me: il mio calunniatore mi accusa in faccia.
[9] La sua collera mi dilania e mi perseguita; digrigna i denti contro di me, il mio nemico su di me aguzza gli occhi.
[10] Spalancano la bocca contro di me, mi schiaffeggiano con insulti, insieme si alleano contro di me.
[11] Dio mi consegna come preda all'empio, e mi getta nelle mani dei malvagi.
[12] Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato, mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato; ha fatto di me il suo bersaglio.
[13] I suoi arcieri mi circondano; mi trafigge i fianchi senza pietà, versa a terra il mio fiele,
[14] mi apre ferita su ferita, mi si avventa contro come un guerriero.
[15] Ho cucito un sacco sulla mia pelle e ho prostrato la fronte nella polvere.
[16] La mia faccia è rossa per il pianto e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.
[17] Non c'è violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera.
[18] O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido!
[19] Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli, il mio mallevadore è lassù;
[20] miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti, mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,
[21] perché difenda l'uomo davanti a Dio, come un mortale fa con un suo amico;
[22] poiché passano i miei anni contati e io me ne vado per una via senza ritorno.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:17 | |
17
[1] Il mio spirito vien meno, i miei giorni si spengono; non c'è per me che la tomba!
[2] Non sono io in balìa di beffardi? Fra i loro insulti veglia il mio occhio.
[3] Sii tu la mia garanzia presso di te! Qual altro vorrebbe stringermi la destra?
[4] Poiché hai privato di senno la loro mente, per questo non li lascerai trionfare.
[5] Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo, mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;
[6] così son diventato ludibrio dei popoli sono oggetto di scherno davanti a loro.
[7] Si offusca per il dolore il mio occhio e le mie membra non sono che ombra.
[8] Gli onesti ne rimangono stupiti e l'innocente s'indigna contro l'empio.
[9] Ma il giusto si conferma nella sua condotta e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.
[10] Su, venite di nuovo tutti: io non troverò un saggio fra di voi.
[11] I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti, i voti del mio cuore.
[12] Cambiano la notte in giorno, la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.
[13] Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio.
[14] Al sepolcro io grido: "Padre mio sei tu!" e ai vermi: "Madre mia, sorelle mie voi siete!".
[15] E la mia speranza dov'è? Il mio benessere chi lo vedrà?
[16] Scenderanno forse con me nella tomba o caleremo insieme nella polvere!
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:18 | |
18
[1] Bildad il Suchita prese a dire:
[2] Quando porrai fine alle tue chiacchiere? Rifletti bene e poi parleremo.
[3] Perché considerarci come bestie, ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?
[4] Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore, forse per causa tua sarà abbandonata la terra e le rupi si staccheranno dal loro posto?
[5] Certamente la luce del malvagio si spegnerà e più non brillerà la fiamma del suo focolare.
[6] La luce si offuscherà nella sua tenda e la lucerna si estinguerà sopra di lui.
[7] Il suo energico passo s'accorcerà e i suoi progetti lo faran precipitare,
[8] poiché incapperà in una rete con i suoi piedi e sopra un tranello camminerà.
[9] Un laccio l'afferrerà per il calcagno, un nodo scorsoio lo stringerà.
[10] Gli è nascosta per terra una fune e gli è tesa una trappola sul sentiero.
[11] Lo spaventano da tutte le parti terrori e lo inseguono alle calcagna.
[12] Diventerà carestia la sua opulenza e la rovina è lì in piedi al suo fianco.
[13] Un malanno divorerà la sua pelle, roderà le sue membra il primogenito della morte.
[14] Sarà tolto dalla tenda in cui fidava, per essere trascinato al re dei terrori!
[15] Potresti abitare nella tenda che non è più sua; sulla sua dimora si spargerà zolfo.
[16] Al di sotto, le sue radici si seccheranno, sopra, saranno tagliati i suoi rami.
[17] Il suo ricordo sparirà dalla terra e il suo nome più non si udrà per la contrada.
[18] Lo getteranno dalla luce nel buio e dal mondo lo stermineranno.
[19] Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo, non superstiti nei luoghi della sua dimora.
[20] Della sua fine stupirà l'occidente e l'oriente ne prenderà orrore.
[21] Ecco qual è la sorte dell'iniquo: questa è la dimora di chi misconosce Dio.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:18 | |
19 Il trionfo della fede nell'abbandono di Dio e degli uomini
[1] Giobbe allora rispose:
[2] Fino a quando mi tormenterete e mi opprimerete con le vostre parole?
[3] Son dieci volte che mi insultate e mi maltrattate senza pudore.
[4] È poi vero che io abbia mancato e che persista nel mio errore?
[5] Non è forse vero che credete di vincere contro di me, rinfacciandomi la mia abiezione?
[6] Sappiate dunque che Dio mi ha piegato e mi ha avviluppato nella sua rete.
[7] Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta, chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
[8] Mi ha sbarrato la strada perché non passi e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
[9] Mi ha spogliato della mia gloria e mi ha tolto dal capo la corona.
[10] Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco, mi ha strappato, come un albero, la speranza.
[11] Ha acceso contro di me la sua ira e mi considera come suo nemico.
[12] Insieme sono accorse le sue schiere e si sono spianata la strada contro di me; hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.
[13] I miei fratelli si sono allontanati da me, persino gli amici mi si sono fatti stranieri.
[14] Scomparsi sono vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;
[15] da estraneo mi trattano le mie ancelle, un forestiero sono ai loro occhi.
[16] Chiamo il mio servo ed egli non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.
[17] Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio schifo ai figli di mia madre.
[18] Anche i monelli hanno ribrezzo di me: se tento d'alzarmi, mi danno la baia.
[19] Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti: quelli che amavo si rivoltano contro di me.
[20] Alla pelle si attaccano le mie ossa e non è salva che la pelle dei miei denti.
[21] Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici, perché la mano di Dio mi ha percosso!
[22] Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne?
[23] Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro,
[24] fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia!
[25] Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
[26] Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio.
[27] Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero. Le mie viscere si consumano dentro di me.
[28] Poiché dite: "Come lo perseguitiamo noi, se la radice del suo danno è in lui?",
[29] temete per voi la spada, poiché punitrice d'iniquità è la spada, affinché sappiate che c'è un giudice.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.705 | Città: CENTO | Età: 45 | Sesso: Femminile | |
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29/06/2011 15:19 | |
20
[1] Zofar il Naamatita prese a dire:
[2] Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere e perciò v'è questa fretta dentro di me.
[3] Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo, ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a replicare.
[4] Non sai tu che da sempre, da quando l'uomo fu posto sulla terra,
[5] il trionfo degli empi è breve e la gioia del perverso è d'un istante?
[6] Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura e il suo capo toccasse le nubi,
[7] come lo sterco sarebbe spazzato per sempre e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".
[8] Svanirà come un sogno, e non si troverà più, si dileguerà come visione notturna.
[9] L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà, né più lo scorgerà la sua dimora.
[10] I suoi figli dovranno risarcire i poveri, le loro mani restituiranno le sue ricchezze.
[11] Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza, ma con lui giacciono nella polvere.
[12] Se alla sua bocca fu dolce il male, se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,
[13] assaporandolo senza inghiottirlo, se lo tratteneva in mezzo al suo palato:
[14] il suo cibo gli si guasterà nelle viscere, veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.
[15] I beni divorati ora rivomita, Dio glieli caccia fuori dal ventre.
[16] Veleno d'aspide ha succhiato, una lingua di vipera lo uccide.
[17] Non vedrà più ruscelli d'olio, fiumi di miele e fior di latte;
[18] renderà i sudati acquisti senza assaggiarli, come non godrà del frutto del suo commercio,
[19] perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle;
[20] perché non ha saputo essere pago dei suoi beni, con i suoi tesori non si salverà.
[21] Nulla è sfuggito alla sua voracità, per questo non durerà il suo benessere.
[22] Nel colmo della sua abbondanza si troverà in miseria; ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.
[23] Quando starà per riempire il suo ventre, Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno, e gli farà piovere addosso brace.
[24] Se sfuggirà l'arma di ferro, lo trafiggerà l'arco di bronzo:
[25] gli uscirà il dardo dalla schiena, una spada lucente dal fegato. Lo assaliranno i terrori;
[26] tutte le tenebre gli sono riservate. Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo, esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.
[27] Riveleranno i cieli la sua iniquità e la terra si alzerà contro di lui.
[28] Un'alluvione travolgerà la sua casa, scorrerà nel giorno dell'ira.
[29] Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo perverso, la parte a lui decretata da Dio.
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