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Anam_cara

TUTTI I PAPI DA COSTANTINO ALLA FINE DELL'EPOCA ROMANA

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    Anam_cara
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    00 20/01/2009 19:26

        Nello stesso giorno del 498 vennero eletti due pontefici: Simmaco arcidiacono e Lorenzo arciprete. Lo scisma venne prontamente fatto cessare da Teodorico, re dei Goti, il quale sebbene ariano, ordinò fosse valida l'elezione di Simmaco, per diritto di precedenza. Allora Simmaco fu confermato e riconosciuto dai vescovi come papa legittimo. Egli fu poi accusato di alcune eresie e Teodorico convocò un concilio a Roma (501), per prendere decisioni in proposito. Ma i vescovi si opposero, affermando che solo la Santa Sede aveva diritto di convocare concilii. Il papa, tuttavia, annuì alla convocazione, e finì coll'essere pienamente assolto da quel consesso. Accusato più tardi, dall'imperatore Anastasio, di manicheismo, benché avesse scacciato da Roma i seguaci di questa eresia. Simmaco scrisse la propria apologia, rimasta nella Collezione dei Concilii. Il Pontificale romano dice che fu questo papa a ordinare di cantare nelle messe domenicali il Gloria in excelsis.

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    00 20/01/2009 19:28
     

        Fu zelante difensore dell'ortodossia contro gli eutichiani, mandò a Costantinopoli due ambasciate per ottenere dall'imperatore Anastasio il riconoscimento del concilio di Calcedonia. L'imperatore rifiutò di obbedire al papa, ma poi Giustino, suo successore, obbedì firmando il Formulario d'Ormisda, che reclamava l'indefettibilità della Chiesa di Roma in materia di fede. Per questa riconciliazione con l'imperatore e il patriarca di Costantinopoli, Ormisda volle consultare il re Teodorico, col quale era in buoni rapporti e si recò appositamente a Ravenna. Di questo papa si conservò una raccolta di Lettere molto importanti per la storia.

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    00 20/01/2009 19:29
     

        Nel 526 alla morte di Giovanni I, Felice, figlio di Castono e nativo del Sannio, venne da Teodorico re dei Goti imposto alla Chiesa quale pontefice.
    Tale elevazione al Pontificato non era valida, ma essendo Felice uomo degno e virtuoso, il clero, il senato ed il popolo, onde evitare uno scisma, lo riconobbero Papa.
        Difatti Felice diede sempre bellissimo esempio di semplicità, di umiltà, e di grande munificenza verso i poveri.   
        Intelligente e fermo, ottenne dal successore di Teodorico, Atalarico, un editto, composto da Cassiadoro, in favore dei cristiani. Avendo poi avuto in dono, durante il regno di Amalasunta, regina dei Goti, due importanti edifici nel Foro Romano, il Templum sacrae Urbis, ossia l’edificio del catasto, ed il Tempio di Romolo detto anche di Costantino, li trasformò in una chiesa che dedicò ai due Santi Martiri della Cilicia uccisi sotto Diocleziano, i Santi Cosma e Damiano.
        Inoltre adornò questa chiesa di splendidi mosaici annoverati fra i più celebri di Roma e che ancora vi si possono ammirare, e riedificò la chiesa di 5. Saturnino che era stata preda delle fiamme.
        I vescovi della Gallia avendo chiesto al Papa che frenasse i torbidi con i quali i semipelagiani funestavano la loro nazione, Felice trasmise a tale scopo a Cesareo vescovo di Arles, i più ampi poteri, e questo santo vescovo presenziava nel 529 il Concilio di Vaison, nel quale venne abbattuta l’eresia dei semipelagiani.
        Felice sentendo avvicinare la sua fine e temendo che pei la prossima elezione papale potessero nascere scissure, perchè i bizantini convenivano già nell’elezione del diacono Dioscuro, consegnò il proprio pallio vescovile all’arcidiacono Bonifacio, designandolo quale suo successore.
        Morì nel 530 dopo aver governato la Chiesa 4 anni, 2 mesi e 13 giorni. Aveva imposto le mani a 29 vescovi, 55 preti e 4 diaconi.
        Venne sepolto in 5. Pietro con la seguente epigrafe:

    CERTA FIDES IUSTIS CAELESTIA REGNA PATERE,
        ANTISTES FELIX QUAE MODO LAETUS HABET.
    PRAELATUS MULTIS HUMILI PIETATE SUPERBUS,
        PROMERUIT CELSUM SIMPLICITATE LOCUM.
    PAUPERIBUS LARGUS MISERIS SOLACIA PRAESTANS,
        SEDIS APOSTOLICAE CRESCERE FECIT OPES.
     


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    00 20/01/2009 19:31

        Romano di nascita, ma figlio di padre goto, fu eletto papa il 16 ottobre dell'anno 530, da una parte del clero, del Senato e del popolo, radunati nella basilica di Costantino. Ma in quello stesso giorno un'altra parte del clero fece consacrare Dioscoro, dando origine così ad un nuovo scisma, che non durò molto, poiché Dioscoro morì. Bonifacio II tenne due concili ai quali non è attribuita alcuna importanza e morì due anni dopo la sua elezione.

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    00 20/01/2009 19:32

        Fu romano, della famiglia dei Mercuri. L'imperatore Giustiniano, che voleva ridurre gli scismatici all'unità della Chiesa, pubblicò un editto con professione di fede ortodossa, lo fece sottoscrivere dalla maggior parte dei metropolitani d'Oriente, e lo mandò con ricchi doni a Giovanni, dandogli il titolo di Capo di tutti i Vescovi. Ma questo papa il 27 maggio 535, e fu sepolto in Vaticano. Si hanno di lui delle lettere all'imperatore Giustiniano e al senato di Costantinopoli, che furono pubblicate nella Collectio conciliorum.

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    00 20/01/2009 19:33

        Arcidiacono di Roma, figlio di Gordiano, S. Agapito fu eletto papa il 3 giugno 535 e morì il 22 aprile 536 a Costantinopoli, dove si era recato per ordine del re Teodato, successore di Amalarico. Non ottenne nulla di ciò che Teodato l'aveva incaricato di reclamare per evitare la conquista dell'Italia premeditata da Giustiniano; ma celebrò un concilio, dal quale fu deposto Antonio, patriarca imperiale, come eretico Eutichiano, e nel quale il pontefice romano fu riconosciuto come capo di tutti i patriarchi.

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    00 20/01/2009 19:34

        Figlio di papa S. Ormisda, fu eletto da re Teodato e consacrato sovrano pontefice il 18 giugno 536. Il diacono Virgilio, protetto dall'imperatrice Teodora, alla quale aveva promesso - se fosse stato eletto papa - di restituire ad Antonio il patriarcato di Costantinopoli, di annullare gli atti del concilio di Calcedonia e di mantenere comunicazioni coi vescovi autichiani favoriti da lei, ricorse al generale Belisario per tentare di spodestare Silverio, papa eletto. Belisario occupò Roma, che si arrese per consiglio di Silverio stesso, e, fatto prigioniero il pontefice lo relegò in Licia e fece eleggere Vigilio, il 22 novembre 537. Silverio scrisse all'imperatore, che ordinò gli fosse lasciata libertà di ritornare a Roma. Frattanto Belisario reclamava da Vigilio, il compenso in oro che questi gli aveva promesso, e Vigilio gli rispondeva che non avrebbe potuto pagarglielo se Silverio fosse ritornato. Belisario allora esiliò il disgraziato pontefice nell'isola di Palamaria, e Vigilio entrò in possesso del pontificato. In quell'anno stesso, o, secondo altri, nell'anno successivo, Silverio morì, forse di fame, come asseriscono alcuni storici, nell'isola del suo esilio, dove fu sepolto. Figura nella lista dei martiri, quantunque la persecuzione di cui fu oggetto non avesse avuto origine da odio alla fede cattolica.

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    00 20/01/2009 19:36

        Apocrisiario dei papi Agapito e Silverio a Costantinopoli, Vigilio riuscì a salire sul trono pontificio, mediante gli intrighi dell'imperatrice Teodora, mentre era ancora vivo il suo predecessore (538). Però non fu riconosciuto come papa legittimo che nel 540, dopo la morte di Silverio. Prima di essere assunto al pontificato, Vigilio aveva aderito alla eresia dei Monofisiti. Nondimeno, depose come eretici Teodosio, patriarca di Alessandria, Antonio, patriarca di Costantinopoli, e Severo, patriarca d'Antiochia, anatemizzando il concilio di Calcedonia e l'epistola dogmatica di S. Leone il Grande. Ma poi nel 540 scrisse all'imperatore Giustiniano, che l'aveva minacciato, in modo tale da disdirsi completamente su quelle deposizioni e su quegli anatemi. Anche in altre occasioni, papa Vigilio mutò partito con facilità, per timore delle rappresaglie imperiali. Chiamato a Costantinopoli da Giustiniano, non ebbe più il permesso di ritornare a Roma, e l'imperatore designò a succedergli il diacono Pelagio, ch'era legato pontificio a Costantinopoli. Ma a Roma non si volle eleggere un nuovo pontefice prima della morte di Vigilio, che avvenne nel 555.


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    00 20/01/2009 19:38
     Inviato: 12/10/2005 12.48

        Romano, figlio di un Giovanni, vicario del prefetto del pretorio, visse ai tempi dell'imperatore Giustiniano. Era apocrisiario della Chiesa di Roma a Bisanzio, quando Giustiniano lo incaricò di togliere il pallio a Paolo d'Alessandria. Riunì allora in sinodo a Gaza che proclamò deposto il patriarca. Fece poi pubblicare dall'imperatore un editto contro i proseliti di Origene, ed ebbe dallo stesso la promessa della successione al papa Vigilio, allorchè, come arcidiacono di Roma, sottoscrisse all'editto contro i Tre capitoli, denominazione collettiva degli scritti di Teodoreto, di Teodoro di Mopsuesta e dell'epistola di Ibas con cui i Nestoriani giustificavano le loro dottrine.

        Alla morte di Vigilio, Pelagio, forte della promessa imperiale, occupò il seggio pontificale, senza attendere l'elezione; ma incontrò molte opposizioni e soltanto i vescovi di Perugia e di Ferentino consentirono a ordinario papa. Le molte sue liberalità al popolo e alle chiese, e il favore di Narsete, consolidarono la sua autorità; ma lo scisma non cessò che alla sua morte, la quale avvenne il 2 marzo 560.

        Durante il pontificato di Pelagio I si tenne il terzo concilio di Parigi, nel quale venne pronunciata la scomunica contro i possessori di beni ecclesiastici, che furono qualificati assassini dei poveri.

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    00 20/01/2009 19:40

        Figlio di un Anastasio, nobile romano, fu eletto papa dopo la morte di Pelagio I. Durante il suo pontificato, i re longobardi s'impadronirono dell'Italia, eccentuato l'esarcato di Ravenna. I pontefici erano sottoposti all'esarca. Giovanni I confermò il quinto concilio generale; consacrò la basilica di Santi XII Apostoli che decorò di mosaici e di dipinti. Si hanno di lui due lettere nella Collectio conciliarum, ma si vuole siano apocrife. Morì il 13 luglio 573

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    00 20/01/2009 19:42
     Inviato: 12/10/2005 12.49

        (*) Non si hanno notizie di sorta su questo breve pontificato. Alcuni storici affermano che Benedetto I morì di spavento fra le gravi pertubazioni prodotte dalla invasione dei Longobardi (578).

        (**) Era di origine romana, e gli viene attribuito il nome di Bonoso, che il Baronio crede fosse il suo cognome. Era figlio di Bonifacio e da monaco benedettino venne eletto Papa nel 574 vani mesi dopo la morte di Giovanni III. Questa vacanza della Santa Sede che durò i i mesi fu dovuta alle difficoltà delle comunicazioni fra Roma e Costantinopoli, causate dall’invasione dei Longobardi nelle terre italiane, che impedì che giungesse la conferma dell’imperatore d’Oriente all’elezione del nuovo Papa.
        Poche notizie abbiamo di questo Pontefice, ma sappiamo che durante l’invasione Longobardica e durante la carestia che affiisse Roma diede prova di animo benefico e generoso. Confermò il V Concilio Generale, che avea avuto luogo a Costantinopoli nell’ 553 e fu lui che creò cardinale il futuro glorioso San Gregorio Magno. Durante il suo regno gli imperatori d’Oriente istituirono l’esarcato di Ravenna.
        E' conosciuta una lettera di Benedetto ad un vescovo spagnuolo chiamato Davide nella quale egli tratta della fede nella SS. Trinità; ma i critici sono unanimi nel considerarla apocrifa. Il Liber Pontificalis parlando della sua morte, che avvenne nell’ 578, dice: Immerso in travagli ed amarezze passò da questa vita.

        Governò la Chiesa 4 anni, i mese e 28 giorni e venne sepolto in 5. Pietro in secretarium.

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    Anam_cara
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    00 20/01/2009 19:44

        Romano di nascita, figlio di Vinigildo, sembra di origine ostrogota. Venne inalzato al pontificato mentre i Longobardi stringevano d'assedio Roma, e perciò senza il consenso dell'imperatore bizantino Tiberio II, il quale tuttavia ratificò più tardi l'atto compiuto. Morto Tiberio, ottenne aiuti dal suo successore Maurizio, per poter reprimere le continue incursioni dei Longobardi, e assoldò in Francia un esercito che fu guidato dal re quattordicenne Chiledeberto II. Ebbe poi contese con i vescovi istriani, sulla questione dei Tre capitoli, considerati come eterodossi dalla corte bizantina, e ricorse all'esarca Smaragdo perché punisse quei ribelli. L'esarca accondiscese, fece prigionieri il primate Severo della chiesa d'Aquileia e tre altri vescovi, e li condusse a Ravenna, dove, perdurando il popolo istriano nella sua apostasia, vennero poi liberati.

        Pelagio II ebbe anche una contesa col patriarca di Bisanzio, Giovanni, che si era fatto dare da un concilio il titolo di vescovo universale. Annullati gli atti di quel concilio, il pontefice vietò ogni rapporto dei fedeli col patriarca bizantino, che fu anche privato della sua dignità. Ma Pelagio morì di malattia contagiosa l'8 febbraio 590, prima che la controversia fosse stata completamente risolta

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    Anam_cara
    Post: 5.367
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    00 20/01/2009 19:45
     Inviato: 12/10/2005 12.50

        Nato a Roma dalla famiglia patrizia Anicia, fu pretore nel 573, poi, datosi a vita contemplativa, fondò sei monasteri in Sicilia ed uno a Roma, dove si ritirò. Da papa Pelagio II venne mandato nunzio apostolico a Costantinopoli. Quando fu eletto papa, Roma era minacciata da due nemici: la carestia e i Longobardi. Gregorio fece venire grani dalla Sicilia, e fece preparativi di guerra mentre avviava trattative con gl'invasori , coi quali riuscì a concludere un vantaggioso trattato, valendosi dell'appoggio della regina Teodolinda, moglie di Agilulfo. Liberatosi così da ogni pericolo da parte dei Longobardi, combatté con energia i Donatisti in Africa e i Simoniaci nella Gallia, si adoperò a diffondere la regola di S. Benedetto fra i monaci, a riformare i costumi del clero secolare, e mandò a convertire gli Anglosassoni (595-597). In Oriente, non poté impedire al patriarca di Costantinopoli, Giovanni il Digiunatore, protetto dall'imperatore Maurizio, di assumere il titolo di vescovo ecumenico. Si occupò anche del rito e del culto; fece riunire tutte le preghiere che servono per la messa e per amministrare i sacramenti e compose l'Antifonario. Istituì inoltre una scuola di canto, che da lui si disse gregoriano.

        Gregorio I morì a 64 anni, lasciando un numero considerevole di opere, trentacinque libri di morale sopra Giobbe, i Dialoghi, il Pastorale, tredici volumi di Lettere, il Sacramento e il già citato Antifonario. Il complesso di queste opere costituisce un monumento importantissimo per la storia ecclesiastica.


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